Regalo di Natale

Non intendo fare da vostra consulente per lo shopping natalizio, non ne sarei capace.

Ma c’è un regalo che potreste fare a voi stessi, ai vostri collaboratori, ai vostri colleghi, ai vostri team questo Natale che potrebbe essere più buono di un panettone o di una bottiglia di vino.

Prendetevi del tempo per un feedback.

Feedback. Questa parola che sembra scontata, ma che è ai più sconosciuta. Non tanto per il suo significato che tutti a grandi linee comprendono, ma per il valore del feedback che a volte non viene riconosciuto.

“Feedback” è un termine che nella lingua inglese sembra una sorta di gioco di parole:

feed + back.

Richiama il concetto di un’azione che nutre.

Il riscontro, come lo tradurremmo in italiano, è qualcosa dunque che dovrebbe alimentare un processo vitale all’interno dell’organizzazione e per i singoli individui che la compongono.

Grazie a questo particolare tipo di nutrimento, le persone all’interno di un’organizzazione sono supportate in un percorso di evoluzione di sé oltre che della comunità in cui sono inserite, sia essa un’azienda, un team, un’associazione, una famiglia…

Per quanto si possa essere consapevoli del suo valore, non sempre il feedback è tra le priorità nella quotidianità delle organizzazioni.

Spesso capita che il feedback venga dato o chiesto in velocità, che venga percepito come un rubare del tempo al fare.

C’è chi poi evita di dare feedback per timore di risultare inopportuno, per paura di offendere l’altro o per timore che l’altro se la prenda.

C’è chi non desidera ricevere feedback perché ha paura che ciò che ascolterà non sia qualcosa di buono. Del resto capita che si tenda a dare più feedback quando le cose non vanno bene più che quando vanno bene.

Quanto sono nutrienti i feedback che vengono dati e ricevuti?

E prima ancora: ci prendiamo del tempo per dare/ricevere feedback nel team?

Dare e ricevere feedback richiede un certo coraggio: il coraggio di rendersi vulnerabili. Qualcuno ritiene sia una questione di abitudine data dalla frequenza con cui si è soliti dare/ricevere feedback. Dare pochi feedback e solo quando le cose non funzionano, serve a poco se non ad alimentare un clima di sfiducia e a rinchiudere le persone in sé stesse, sulla difensiva.

Perché il feedback acquisisca valore serve che sia equilibrato nella frequenza e nel contenuto, valorizzando l’errore, ciò che va migliorato, ma anche ciò che funziona bene.

Troppe volte, anche in famiglia, si è soliti dare feedback solo quando le cose non sono andate per il verso giusto. Nel tempo, chi riceve il riscontro rischia di vedersi riconosciuto solo per le sue mancanze e i suoi limiti, a volte finendo per identificarsi in questi (es. non sarò mai abbastanza per lui/lei).

Serve invece prendersi uno spazio anche per riconoscere il lavoro fatto bene, ciò che ha funzionato, i comportamenti messi in atto che hanno permesso al singolo e alla squadra di evolvere, di fare anche solo un piccolo passo nella direzione condivisa.

Ma soprattutto è necessario essere consapevoli che il feedback, e il gioco di parole può aiutare, non dovrebbe essere mai qualcosa di percepito in modo ingiusto e “negativo”.

Il feedback non è la lamentela: sono due cose diverse. Quando ci approcciamo a dare un feedback serve tenere a mente che le parole e il modo che impieghiamo devono veicolare qualcosa che “nutre” a prescindere se viene rivolto a qualcosa che ha funzionato o che è da migliorare.

Deve dunque essere formulato in modo tale che non sia distruttivo, che non demolisca la persona (o il team), ma, al contrario, che la elevi verso un gradino più alto del suo percorso.

Comunicare ciò che si apprezza degli altri

Dei propri colleghi, del proprio team ci si può a volte lamentare e le riunioni sono spesso il luogo per farlo. Ma oltre a ciò che non va c’è sicuramente qualcosa invece da apprezzare che troppo poco spesso viene comunicato.

Difficilmente ci si ferma per restituirsi un feedback di apprezzamento verso comportamenti e situazioni vissute insieme.

Una parola di apprezzamento che sia autentica e data al momento e nel modo giusto può divenire una risorsa utile ad alimentare il clima di conoscenza e di fiducia necessario al team per affrontare le sue tempeste quotidiane.

Per Natale regalatevi del tempo per chiedere, ricevere, dare feedback sulle “cose buone”.

Provate a sedervi attorno ad un tavolo e condividete cosa apprezzate dei vostri colleghi e collaboratori, quali comportamenti hanno agevolato le vostre attività, quali capacità vi riconoscete reciprocamente. E se a voce può risultarvi difficile, affidate le vostre parole ad un biglietto.

È un regalo che potrà sorprendervi e che difficilmente verrà dimenticato.